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Il Tratto dell’Acquedotto Romano, da cui l’Anello prende il nome, è una camminata immersiva nella storia, nell’archeologia, nella bellezza e nell’armonia di un paesaggio plasmato dal lavoro millenario dell’uomo. Il sentiero si snoda in un contesto paesaggistico di grande fascino costituito da fondi coltivati con ulivi, boschi e attraversamenti di forre attraverso ponti millenari, dei quali Ponte Parasacco è il più spettacolare, con i suoi 18 metri d’altezza. Lungo tutto il percorso si possono ammirare incantevoli scorci di Spello, della Valle del torrente Chiona e della Valle Umbra, con i suoi borghi storici e le colline ornate da coltivazioni di vite e ulivo.
Dettagli percorso
L’acqua della Fonte Bulgarella si presenta come un classico fontanile con cannella che alimenta tre vasche degradanti per l’abbeveraggio di animali. Addossato ad una parete ed incastrato nella roccia affiorante, è il punto di partenza e ristoro per l’ascesa al monte Subasio dal versante spellano.
Il punto di partenza e arrivo dell’Anello offre una splendida vista sulla sezione dell’acquedotto da cui si possono osservare funzionamento, materiali costitutivi e reali dimensioni del condotto. Nella muratura di questa porzione di acquedotto si trova un Mascherone di epoca Romana in travertino, dalla cui bocca fuoriusciva l’acqua per dissetare i viandanti.
L’acquedotto, nella sua parte fuori terra, presenta due tipologie di aperture lungo la muratura: le più grandi, utilizzate per effettuare la bonifica dalle incrostazioni di calcare lungo il condotto e per ispezionare eventuali opere abusive per prelevare acqua, e le più piccole, sfiatatoi con lo scopo di facilitare il deflusso dell’acqua verso la città.
Nel corso dei restauri settecenteschi in alcuni punti dell’acquedotto sono state inserite alcune cannelle con un rivoluzionario comando per la fuoriuscita dell’acqua a pulsante. Il foro della cannella era regolamentato e doveva avere la “grandezza di una penna d’oca”.
Nella prima parte dell’Acquedotto sono presenti sulla muratura formelle con gli aforismi di grandi pensatori, che coprono un arco temporale di oltre 2.000 anni, come l’età dell’Acquedotto Romano.
Punto panoramico con vista su un ampio tratto dell’acquedotto immerso nell’argento degli uliveti e sulla città di Spello, particolarmente suggestiva al tramonto. Il tutto può essere goduto comodamente da una panca “matrimoniale” che permette anche una breve sosta ristoratrice.
Crocevia fra il sentiero dell’Acquedotto Romano e l’antica via che collegava Spello al Castello di Collepino, nel corso dei restauri del 2009 è tornato alla luce con il suo caratteristico mattone forato per legare gli animali. In corrispondenza dell’incrocio è presente una fonte di buonissima acqua potabile e un minuscolo antiquarium con i reperti rinvenuti durante i lavori di restauro.
In corrispondenza di Ponte S. Onofrio, con i lavori del 2009, è stato creato un collegamento a spirale (Grande Chiocciola) che passa all’interno del ponte. Questo ha permesso al sentiero di passare al di sopra dell’acquedotto, anziché a fianco, consentendo di avere una visuale più ampia sulla Valle Umbra e sulla valle del Torrente Chiona.
È il ponte più grande e imponente dell’Acquedotto Romano, sorprendente costruzione all’interno di una stretta forra. Lungo 33 metri e alto 18 mostra nella facciata la sua evoluzione in epoca romana, altomedievale, medievale e settecentesca. Appena superato il ponte è possibile ammirare per un ampio tratto il condotto dell’acquedotto allo scoperto.
Proseguendo verso la sorgente dell’acquedotto si incontra il piccolo ponte “De le Moie“ che scavalca il Rio dell’Illara.
In un contesto molto pittoresco troviamo l’ultimo dei ponti che è quello di “Corvara”.
La fonte prende il nome da un antico mulino che veniva alimentato dall’acqua dell’acquedotto per macinare il grano. La fonte è stata utilizzata dalle donne del Castello di Collepino come lavatoio per fare il bucato fino a pochi decenni fa. L’acqua della fonte è quella dell’acquedotto la cui sorgente si trova a circa cento metri più avanti.
L’opera di captazione della sorgente di Fonte Canale è costituita da un tunnel drenante di 76 m, ed è quello originario di epoca romana. La galleria in parte coperta “alla cappuccina” ha una larghezza media di 0,40 m. ed un’altezza variabile da 1,20 ad oltre 4 m. La portata della sorgente, che anticamente era di 34-52 litri/s, allo stato attuale è di 10 litri/s.
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