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Nella prima metà del secolo scorso, il Subasio è stato oggetto di un’imponente opera di rimboschimento, di cui questa porzione dell’anello è testimone. Cipressi, ornielli, carpini, querce, ginepri sono stati piantati in filari che costeggiano il sentiero. Per fare spazio agli alberi sono stati creati dei tumuli di pietre che si sviluppano parallelamente agli alberi. Su una roccia si possono osservare quelle che secondo un’antica leggenda sono le impronte del cavallo di S. Silvestro. Nella parte conclusiva lo sguardo si allarga sul monte Vettore e sull’Appennino.
Dettagli percorso
I boschi del monte Subasio hanno fornito legname per la costruzione di due gioielli architettonici come Assisi e Spello, ma questo ha portato ad un incredibile degrado che lo aveva ridotto ai primi del 1900 ad un deserto di pietre. A partire dal 1928 sono stati piantati 8 milioni di alberi con un’imponente opera di rimboschimento che è terminata
negli anni ’50.
Narra la leggenda che S. Silvestro si era dimenticato di ringraziare l’Imperatore Costantino per la pace concessa alla chiesa. Prese allora un cavallo e in soli quattro salti arrivò a Roma. Le stesse impronte degli zoccoli del cavallo che si trovano lungo il sentiero, si trovano infatti anche sul monte Soratte, a Marolo di Rigno Flaminio e a Prima Porta a Roma.
Lungo il sentiero si noterà che lo strato di humus è sottilissimo e le rocce dominano il paesaggio. Le rocce affioranti sono costituite da “scaglia bianca” che in numerosi casi, a seguito dell’azione solvente dell’acqua, si sono forate creando dei sorprendenti effetti visivi, e sono state a volte colonizzate da muschi e licheni creando forme che richiamano paesaggi astratti.
Nella parte più alta del tratto, a circa 800 metri di altezza, un’improvvisa ampia concentrazione di rocce priva di alberature permette di spaziare con lo sguardo sui monti Brunette - Serano (m 1 429), il Sasso di Pale (m 958), e sullo sfondo la cima più alta dei monti Sibillini, il monte Vettore (m 2 479) che in linea d’aria si trova a 50 chilometri.
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